10 giugno 2006

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15 maggio 2006

Italiano aggredito dai naziskin a Berlino

E' scampato ad un agguato compiuto da tre naziskin vestiti di nero nel centralissimo quartiere berlinese di Prenzlauer Berg, una zona piena di locali e molto frequentata fino a tarda notte. La vittima è un italiano di 30 anni che lavora e vive da diversi anni in Germania. L'agguato è sicuramente di carattere razzista: i tre skinheads gli hanno infatti prima chiesto la nazionalità e poi hanno infierito su di lui con botte, calci e colpi di mazze da baseball.

«STRANIERO DI MERDA» - Sembra che gli aggressori abbiano iniziato il pestaggio al grido di «Scheiss Auslaender» (straniero di merda). Il giovane è stato colpito più volte alla testa e al corpo. I tre si sono poi dati alla fuga. L'italiano è stato immediatamente soccorso e trasportato in un ospedale di Berlino dove è stato operato al ginocchio, ma le sue condizioni non sono gravi. È stato visitato da un funzionario del consolato italiano che gli ha fornito assistenza. La polizia ha avviato le indagini per arrestare i responsabili dell'aggressione xenofoba.

LE ALTRE AGGRESSIONI - Sempre nella notte tra sabato e domenica, un tunisino è stato aggredito con le stesse modalità da due naziskin a Eisenach, la città natale di Bach nel Land orientale della Turingia. A Pasqua c'era stata una gravissima aggressione xenofoba a Potsdam, alle porte di Berlino: un ingegnere con passaporto tedesco di origine etiope era stato picchiato selvaggiamente da un gruppo di naziskin ed era rimasto in coma per 13 giorni. Il caso è stato avocato dal procuratore generale di Karlsruhe, Kay Nehm, per dare un segnale forte. Ora in Germania c'è inquietudine in vista dei mondiali che cominceranno tra meno di un mese.

Fonte: Corriere della Sera

13 febbraio 2006

Germania, in una vignetta anti-Iran calciatori con le cinture esplosive

"Ecco perché ai Mondiali di calcio l'esercito
deve entrare assolutamente in azione"

Una vignetta satirica che raffigura quattro calciatori iraniani, schierati in campo, con le magliette coperte da grandi cinture esplosive da kamikaze e, al loro fianco, quattro soldati tedeschi con elmetto e fucile a spalla. Il commento: "Ecco perché ai Mondiali di calcio l'esercito deve entrare assolutamente in azione". La vignetta in questione è stata pubblicata dal quotidiano tedesco Der Tassespiegel e, nel pieno delle proteste e delle sollevazioni nel mondo islamico contro le caricature di Maometto apparse sulla stampa europea, è destinata a suscitare nuove polemiche e scambi d'accuse con il regime di Teheran, nel mirino della comunità internazionale per i suoi presunti piani di riarmo nucleare e accusato dagli Usa di essere uno dei principali promotori del terrorismo internazionale.

La vignetta è stata pubblicata durante il fine settimana nelle pagine dei commenti del quotidiano berlinese, per illustrare un approfondimento sul dibattito, in corso in Germania, sull'opportunità di affiancare le forze armate alla polizia, a garanzia della sicurezza e per sventare eventuali piani terroristici in occasione dei Mondiali, in programma dal 9 giugno al 9 luglio prossimi. Ma la decisione di pubblicarla rischia di inasprire ulteriormente i rapporti fra Berlino e Teheran, già tesi dopo i contrasti dei giorni scorsi, con paragoni sul nazismo da entrambe le parti.

La Costituzione tedesca - per via del passato nazista e militarista del paese - vieta l'impiego delle forze armate con compiti di polizia sul piano interno. Favorevole al coinvolgimento dei militari ai Mondiali - con un relativo emendamento della Costituzione - è il ministro dell'Interno Wolfgang Schaeuble, mentre contrario è il suo collega della Difesa Franz-Josef Jung. Quest'ultimo tuttavia ha annunciato nei giorni scorsi che per i Mondiali saranno mobilitati duemila soldati della Bundeswehr, l'esercito tedesco: non, però, con compiti di polizia ma come supporto ai servizi sanitari e con funzione di prevenzione da possibili attacchi cosiddetti Nbc (nucleare, batteriologico, chimico).

L'atmosfera nei rapporti tra Germania e Iran si è fatta pesante dopo le parole pronunciate dal cancelliere Angela Merkel durante la recente Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. Riferendosi alle dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad, che a più riprese ha negato l'Olocausto auspicando la scomparsa di Israele dalla carta geografica, la Merkel ha fatto un paragone con l'avvento in Germania del nazismo: allora, ha sottolineato la Merkel, molti avevano sottovalutato Hitler, e per questo oggi Amhadinejad va fermato in tempo. La risposta di Teheran non si era fatta attendere, con un portavoce ufficiale iraniano che a distanza di pochi giorni aveva paragonato la stessa Merkel a Hitler.

La questione ha provocato ripercussioni politiche interne anche in Germania, con la Spd - alleata della Cdu nel governo di Grosse Koalition - che ha preso le distanze dalle affermazioni della Merkel: "Le opzioni militari devono essere comunque escluse" ha detto il presidente della Spd oggi in una intervista pubblicata sul Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung.

Vero è, tuttavia, che la presenza dell'Iran ai Mondiali qualche apprensione la sta creando. Qualche giorno fa il ministro dell'Interno bavarese, l'ultraconservatore Guenther Beckstein, ha proposto controlli rafforzati sui tifosi islamici e in particolare su quelli iraniani che arriveranno in Germania in estate. A suo avviso infatti, è necessario appurare che non si tratti di "fanatici estremisti". La Merkel comunque si è detta più volte contraria alle proposte di escludere l'Iran dai Mondiali per via delle dichiarazioni antisemite del presidente Ammadinejad.

Fonte: La Repubblica, Der Tagesspiegel

14 gennaio 2006

Bush-Merkel, disaccordo su Guantanamo

Primo incontro ufficiale alla Casa Bianca per la cancelliera tedesca Angela Merkel e subito un dissapore. L'oggetto è la prigione speciale americana di Guantanamo. La cancelliera tedesca ha detto di avere sollevato il problema della legittimità del carcere a Cuba, riferendo dell'esistenza di diverse opinioni sull'argomento. Bush ha ammesso che la Merkel «ha sollevato la questione» e lo ha fatto perché «nel mondo ci sono malintesi» sulla funzione della base e sulla maniera in cui la detenzione dei Bush e la Merkel in conferenza stampa (Afp) prigionieri della guerra al terrorismo. Il presidente Usa ha detto che le differenze di percezione sono frutto di «errori di comprensione» di quello che la prigione di Guantanamo è, invitando i giornalisti a visitarla.

«INDISPENSABILE» - Rispondendo alla domanda se intende chiuderla, Bush ha detto che essa «è necessario per la sicurezza dell'America». Bush ha difeso la nozione secondo la quale i sospetti terroristi della base di Cuba, che la Casa Bianca considera «nemici combattenti», debbano essere processati da tribunali militari. La Merkel ha sottolineato come sulla questione, discussa in termini «aperti», «ci sono divergenze» tra i due Paesi. D’altra parte, «ho detto chiaramente» ha detto la cancelliera «che la Germania, come altri paesi europei, deve trovare una strategia convincente per gestire questi detenuti che non si sentono vincolati da alcuna legge».

«NUOVO CORSO» - in una conferenza stampa congiunta con Bush, al termine del loro colloquio alla Casa Bianca, la Merkel ha in ogni caso auspicato l'apertura «di un nuovo capitolo» nelle relazioni americano-tedesche. Anche Bush ha prospettato «un'importante intesa» tra lui e la Merkel, dopo avere fatto cenno «ai disaccordi» che, nel recente passato, ci sono stati fra i due Paesi, specie sull'invasione dell'Iraq.

CRISI IRANIANA - I due leader si sono anche confrontati sul caso iraniano. Bush ha dichiarato che che gli Usa cercheranno di risolvere la crisi sul programma nucleare iraniano con mezzi diplomatici. «Abbiamo un importante lavoro da fare su questioni chiave come quella iraniana», ha dichiarato il presidente. «Abbiamo parlato della questione iraniana e del desiderio di risolvere il problema attraverso mezzi diplomatici lavorando insieme», ha aggiunto. La Merkel ha aggiunto che non subirà le intimidazioni di un paese come l'Iran.

Fonte: Corriere della Sera

Stasi e bulgari complici di Agca?

Anche i media tedesca, sia televisivi che di carta stampata, hanno dato ampio risalto alla notizia sulla liberazione dell'attentatore del Papa Alì Agca. In particolare sono stati evidenziati i tanti lati tutt'ora oscuri della vicenda, come per esempio il possibile coinvolgimento dei servizi segreti bulgari e della Stasi nell'attentato al Pontefice.

Ecco cosa scrive su tale argomento il settimanale "Der Spiegel":
Alì Agca stesso attizzava le speculazioni relative ad un coinvolgimento dei servizi segreti bulgari. Prima di un interrogatorio disse ad alcuni giornalisti italiani: “ho commesso l’attentato assieme ad Antonoff. L’attentato è stato organizzato dal KGB.” Il bulgaro Sergej Antonoff, vice capo degli uffici romani della Balkan Air, in quel periodo si trovava in carcerazione preventiva per la presunta partecipazione all’attentato al Papa. Sofia, naturalmente, respingeva queste accuse e accusò, a sua volta, i servizi segreti occidentali guidati dalla CIA.

Secondo la Birthler-Behörde, l’ente che lavora sulle vicende legate alla Stasi, i bulgari furono aiutati anche dalla “Hauptverwaltung Aufklärung” di Markus Wolf. Il ministero di Mielke (Stasi) aveva degli infiltrati a Roma che erano stati attivati per tale finalità.
Leggi inoltre: Flowers for Agca, After 25 Years in Jail (Der Spiegel International)

Marcia indietro sul questionario

Come dichiarato dal ministro della giustizia del Land Baden-Württemberg, Ulrich Goll (FDP), il questionario per i richiedenti la cittadinanza tedesca, che aveva suscitato aspre polemiche ed un acceso dibattito tra il governo del Land e le varie organizzazioni dei migranti, verrà profondamente modificato. In particolare dovranno scomparire le domande che indagano sulla propria attitudine nei confronti dell'omosessualità. Inoltre l'obbligo di compilazione del questionario verrà esteso a tutti i richiedenti la cittadinanza tedesca (per ora solo i richiedenti di fede islamica sono tenuti a rispondere alle domande del questionario).

Fonte: SWR.de

10 gennaio 2006

Merkel si esprime contro Guantanamo

A pochi giorni dalla sua visita ufficiale negli Stati Uniti la cancelliera tedesca, durante un'intevista rilasciata al settimanale "Der Spiegel", ha auspicato la chiusura del carcere USA di Guantanamo: "un'istituzione come Guantanamo non può e non deve esistere". Nel sottolinera l'esigenza di un diverso trattamento dei prigionieri Angela Merkel ha espresso, inoltre, che non chiederà esplicitamente la chiusura del carcere all'amministrazione Bush, ma che non mancherà di esprimere la propria posizione critica nei confronti del presidente statunitense.

Le dichiarazioni della leader tedesca hanno raccolto un ampio consenso all'interno del Parlamento tedesco, sia dagli esponenti della Grosse Koalition sia dai leader dell'opposizione. La segretaria dei Verdi, Claudia Roth, ha invitato la cancelliera ad inviare un chiaro segnale a George Bush, sia per quanto riguarda la chiusura di Guantanamo sia per ottenere un chiarimento circa i voli segreti della CIA sul territorio tedesco e le voci sulla presenza di carceri segrete nei paesi dell'est europeo.

Il segretario dei Liberali, Guido Westerwelle, ha sottolineato l'universalità del principio dell'inviolabilità della dignità umana, il quale "deve essere valido per tutti in ogni parte del mondo, quindi anche per i nostri alleati americani".
La risposta americana, tuttavia, non si è fatta attendere: "Guantanamo ha una finalità precisa, proteggere il mondo civilizzato da alcune persone estremamente pericolose".

Fonte: Der Spiegel (in inglese)

07 gennaio 2006

Lei picchia ancora sua moglie?

Ecco alcune delle domande del questionario che i richiedenti la cittadinanza tedesca di fede islamica devono compilare nel Baden-Württemberg (vedi post del 5 gennaio 2006):

  • Condivide l'affermazione secondo la quale la moglie deve ubbidire al proprio marito e che quest'ultimo è autorizzato a picchiarla qualora lei non lo faccia?
  • In Germania per le donne e per gli uomini vige il principio dell'uguaglianza dei sessi. Condivide questo principio? Cose dovrebbe fare lo Stato, secondo lei, quando un uomo non accetta tale principio?
  • Quale professione, secondo lei, non dovrebbe mai essere esercitata da una donna? Lei avrebbe qualche difficoltà ad accettare una donna in posizioni di comando?
  • In Germania ogni persona può scegliere liberamente di farsi curare da un medico uomo o donna. In alcune situazioni, tuttavia, la scelta non è possibile (p.e. situazioni di emergenza). Lei sarebbe disposto, in questo caso, a farsi curare da un medico uomo (per le donne) o da un medico donna (per gli uomini).
  • Sua figlia maggiorenne/sua moglie vuole vestirsi alla stessa maniera delle ragazze e donne tedesche. Tenterebbe di impedirlo? In caso affermativo, con quali mezzi?
  • Sua figlia/sorella torna a casa e racconta di essere stata molestata sessualmente. Come si comporta lei in quanto padre/madre/fratello/sorella?
  • Lei viene a sapere che delle persone del suo vicinato, dei suoi amici o conoscenti hanno partecipato ad un attentato terroristico o che intendono farlo. Come si comporta?
  • Secondo lei, gli attentatori dell'11 settembre 2001 a New York e dell'11 marzo 2004 a Madrid sono da considerare terroristi o combattenti per la libertà?
  • Alcune persone pensano che gli ebrei siano responsabili per tutti i mali del mondo e, talvolta, si afferma che gli ebrei siano stati i "mandanti" degli attentati dell'11 settembre 2001 a New York. Cosa pensa di queste affermazioni?
  • Sua figlia invia un curriculum per un posto di lavoro in Germania, ma viene rifiutata. Successivamente lei viene a sapere che il posto è stato assegnato ad una ragazza di colore della Somalia. Come si comporta?
  • Se suo figlio maggiorenne dovesse venire da lei per confessarle di essere omosessuale e di voler andare a convivere con una altro uomo, lei come reagirebbe?
  • Diversi esponenti politici tedeschi hanno dichiarato pubblicamente di essere gay. Cosa ne pensa e come valuta il fatto che un gay rivesta una carica pubblica?
Fonte: TAZ, Telepolis

Ritorna la campagna elettorale

Già poche settimane dopo il raggiungimento del difficile accordo sulla "Grosse Koalition" i due partner di governo (SPD e CDU/CSU) si devono nuovamente confrontare nelle campagne elettorali nei Länder Rhenania-Palatinato, Baden Württemberg e Sachsen-Anhalt (si vota il 26 marzo).

A tal proposito la direzione della CDU ha dichiarato di voler continuare il lavoro della Grosse Koalition in modo costruttivo. Il ministropresidente dell'Assia, Roland Koch, ha tuttavia sottolineato che questo non deve comportare una rinuncia del profilo autonomo della CDU. "La CDU" ha continuato Koch "non si concentrerà su cosa piace e dispiace alla SPD".

Kurt Beck (SPD) ha invece ammonito il partner della coalizione a non ricorrere ad attacchi troppo polemici durante le imminenti competizioni elettorali al fine di non mettere in pericolo la Grosse Koalition.

www.tagesschau.de

05 gennaio 2006

Germania, un test per i musulmani. L'accusa: "E' discriminazione"

Linea della fermezza radicale nel Baden-Wuerttemberg verso i musulmani che chiedono la cittadinanza tedesca. Il ricco Land conservatore del sudovest tedesco, ha scelto per primo una misura drastica che scatena polemiche nel paese. Il governo di Stoccarda chiede dal primo gennaio a ogni un musulmano che provenga dai paesi della Conferenza islamica e voglia divenire tedesco di sottoporsi a un colloquio e rispondere a un questionario per provare la sua identificazione con la democrazia laica, con la parità tra donna e uomo e con il rifiuto della violenza, valori costitutivi della Germania di oggi.

"Rischiamo di creare un sospetto generale verso i musulmani", nota il ministro dell'interno socialdemocratico di Berlino, Erhart Koerting. La sinistra radicale (i neocomunisti dell'est e Lafontaine, opposizione) parlano di discriminazione. I vertici socialdemocratici (la Spd è al governo a livello nazionale con la cancelliera cdu Angela Merkel) invece tacciono. L'iniziativa parte sull'onda dei molti casi di giovani donne d'origine turca assassinate da padri o fratelli perché rifiutavano i matrimoni combinati o la sudditanza alla famiglia e dell'allarme suscitato dalla rivolta delle banlieues in Francia e dalla violenza integralista in Olanda.

Il governo di Stoccarda si difende: dei tre milioni di musulmani in Germania oltre un quinto rifiutano la Costituzione come anti-islamica, e in non poche moschee si predica il rifiuto violento della società europea. Ai musulmani bisogna chiedere di identificarsi in una nazione moderna, cioè in una comunità basata sui valori costitutivi e non sull'etnìa come era sotto il Kaiser e poi con Hitler.

Il questionario chiede: cosa pensa di chi dice che la moglie deve obbedire all'uomo, e che l'uomo ha ragione a picchiarla se non obbedisce? È giusto decidere chi i figli debbano sposare? È giusto impedire a moglie e figlia di vestirsi all'occidentale? Cosa pensa degli attentati dell'11 settembre? Cosa pensa delle affermazioni secondo cui gli ebrei sono responsabili di tutti i mali del mondo? Aderirebbe a un partito vietato perché anticostituzionale? Voci radicali della sinistra parlano di discriminazione, ma l'ala riformista della Spd (come Peter Schneider, di cui pubblichiamo un articolo) propone invece da tempo che la premessa dell'integrazione dell'Islam in Europa è chiedere ai musulmani residenti un'esplicita adesione ai valori costitutivi europei.

04 gennaio 2006

La CSU vuole tornare al nucleare

Così come in Italia anche in Germania la crisi del gasdotto tra Russia ed Ucraina ha riacceso il dibattito sull'energia nucleare.
Nel corso di una conferenza programmatica della CSU tenutasi a Wildbad Kreuth, il ministro federale dell'economia, Michael Glos (CSU), ha messo in discussione la decisione presa dal governo precedente di disattivare gradualmente le centrali nucleari presenti sul territorio tedesco.
Glos ha dichiarato che "l'abbandono di fonti energetiche, specie alla luce di quanto avvenuto negli ultimi giorni, non può avvenire su basi ideologiche" e ha annunciato che l'argomento farà parte del prossimo vertice sull'energia convocato dalla cancelliera Angela Merkel.
La risposta della SPD a tale proposta non si è fatta attendere: il Ministro per l'ambiente Sigmar Gabriel ha infatti sottolineato che l'abbandono del nucleare è legge vigente dello stato, il cui contenuto è stato ribadito dalla SPD e dalla CDU/CSU nel loro accordo di coalizione.

02 gennaio 2006

Effetto Merkel: tedeschi ottimisti

L’effetto Merkel si fa sentire in Germania ed i tedeschi guardano con ottimismo al 2006 che sta per arrivare. Dal sondaggio condotto come di consueto a fine anno dall'Istituto demoscopico Allensbach è emerso infatti che ad essere ottimista sul nuovo anno è il 45% dei tedeschi, il valore più alto degli ultimi cinque anni.

Nel 2003 e nel 2004 la percentuale di tedeschi ottimisti sull'anno nuovo era stato in entrambi i casi del 38%.A guardare con fiducia al futuro sono tuttavia più numerosi i tedeschi dell'ovest che non i loro connazionali dell'est ex comunista. Nei Laender occidentali, infatti, è ottimista il 46%, in quelli orientali solo il 40%. C'è, al contrario, un 47% di tedeschi dell'ovest e dell'est che guarda invece al nuovo anno con scetticismo o addirittura con paura. Un anno fa tuttavia tale percentuale di pessimisti era più alta, il 52%. Alle neo cancelliera viene attribuito il merito di aver riunito il paese dopo le elezioni e di aver risolto l’empasse europea sul bilancio comunitario con un’abile opera di mediazione.

14 novembre 2005

Coalizione, la prova dei congressi, il nemico è diventato alleato

E' difficile, per un partito di massa democratico, governare e non perdere la propria identità se il nemico storico scompare, anzi diventa l'alleato. E' dura far politica passando dalla contrapposizione frontale tra due visioni (una neoliberale, l'altra interventista) alla condivisione del potere e ai compromessi continui. La Grande Coalizione di Angela Merkel affronta da oggi l'esame dei congressi straordinari dei tre partiti che la compongono, mentre nel paese si diffondono paura e scontento per sacrifici e aumenti delle tasse. I socialdemocratici tengono a Karlsruhe, nel sudovest, un'assise di tre giorni. Dove il nuovo leader Matthias Platzeck dovrà farsi eleggere e affrontare le contestazioni dell'ala sinistra.

I democristiani hanno un minicongresso-lampo a Berlino, e la Cancelliera dovrà ascoltare dure critiche: i rivali la accusano di aver concluso un programma di governo troppo socialdemocratico.

Infine ma non ultimo, il congresso della Csu a Monaco. Il partito fratello bavarese della Csu di Angela Merkel è in rivolta contro la rinuncia del suo leader, il governatore Edmund Stoiber, a entrare nel governo federale. Tra qualche mese, dicono a Berlino i capi della Gioventù democristiana, se il mugugno della base a Monaco continua, Stoiber tra sei mesi rischierà un putsch. Dopo i Congressi, le prossime tappe istituzionali sono: il 18 la firma ufficiale del Koalitionsvertrag, e il 22 l'elezione di Merkel a Cancelliera da parte del Bundestag. Il governo sarà poi ufficialmente insediato dal capo dello Stato, Horst Koehler.

Vediamo la situazione, in ognuno dei partiti.
Spd. "Creare una nuova cultura politica nel partito è un compito importante, ma non si fa in un giorno", dice Matthias Platzeck. Conviene Franz Muentefering, presidente uscente della socialdemocrazia e vicecancelliere designato: "Dovremo portare nella nostra base questo nuovo spirito di collaborazione insieme al tradizionale rivale e avversario politico. Non è facile". Due settimane fa, l'ala sinistra, guidata da Andrea Nahles, ha tentato il golpe per imporre una svolta massimalista. Non c'è riuscita, ma ha costretto Muentefering alle dimissioni da presidente.

Il programma di governo (con punti qualificanti come la tassa sui ricchi e il piano d'investimenti pubblici) soddisfa nell'essenza il partito.

Ma lo scetticismo sulla prospettiva di governo insieme al centrodestra è diffuso. L'autorevole Wolfgang Clement, ministro dell'Economia di Schroeder, ha già bocciato il programma del nuovo governo. E forte è il timore del malcontento popolare per i sacrifici chiesti al paese. Su questo sfondo, la Spd deve varare il suo dopo-Schroeder. Rinnovare cioè tutto il vertice. Il giovane riformatore dell'est Platzeck è atteso alla prova del consenso interno, e dovrà crearsi un nuovo team dirigente.

Cdu. Una considerazione rende pressoché sicuro un voto di maggioranza per Angela Merkel al minicongresso: non c'è alternativa alla Grande coalizione. Elezioni anticipate sarebbero troppo pericolose per tutti i partiti. Il peso dell'apparato del partito - con la struttura ancora fedele al vecchio Kohl schierata con Merkel -rafforza la Cancelliera. Ma le critiche saranno dure.

"Il programma di governo è più socialdemocratico che mai", dice alla Frankfurter Friedrich Merz, esperto finanziario e rivale storico di Angie nella lotta per il potere. "Delle nostre promesse elettorali non è rimasto nulla". Ribatte il governatore dell'Assia Roland Koch, uomo-chiave del partito: "Il mandato degli elettori però è la Grande Coalizione, non ci sono altre possibilità". La base è scontenta, ma non vuole rinunciare al potere.

"Comunque", assicura Merkel, "è importante che noi e la Spd sappiamo conservare ognuno la sua identità, le sue tradizioni, i suoi gruppi sociali di riferimento. Restare differenziati è decisivo, e anche continuare a dividersi e a saper polemizzare".

Csu. Non sarà Stoiber, ma il capogruppo al Bundestag Michael Glos a guidare la delegazione dell'Unione cristianosociale bavarese nel governo federale. La delusione è grande. Il governatore e leader del partito Stoiber raccoglie l'unanimità dei dissensi. La stessa lotta per la sua successione al governo regionale e alla testa del partito è un processo difficile ad arrestare ora con la sua decisione di non entrare nell'esecutivo federale e di tornare a Monaco. "Se il mugugno della base continua", dice Manfred Weber, dirigente della Junge Union (la gioventù democristiana), c'è da aspettarsi un Putsch contro Stoiber tra sei mesi". Il prestigio dell'uomo forte di Monaco è in frantumi. E' un problema in più per la futura stabilità della Germania.

12 novembre 2005

Germania, accordo sul programma, al via la Grosse Koalition

(Edmund Stoiber, Angela Merkel, Franz Müntefering e Matthias Platzeck, nuovo presidente SPD)

Cdu/Csu e Spd hanno raggiunto un accordo complessivo sul programma del nuovo governo di Grosse Koalition. I dettagli sull'intesa - contenuta in un documento di circa 130 pagine - verranno resi noti successivamente.
Lunedì prossimo i congressi dei tre partiti si riuniranno per l'approvazione dell'accordo di Grande Coalizione, mentre per il 18 novembre è prevista una cerimonia solenne per la firma ufficiale del trattato. Il 22 novembre infine il Bundestag eleggerà Angela Merkel nuovo cancelliere, prima donna nella storia della Germania ad assumere tale carica.

Sui contenuti definitivi dell'accordo sono filtrate in queste ore indiscrezioni di stampa secondo le quali tra gli ultimi punti dell'accordo definiti nell'ultima riunione figurano l'estensione del periodo di prova per i nuovi assunti dagli attuali 6 mesi a 2 anni, che equivale in pratica alla possibilità per le aziende di licenziare senza problemi entro questo margine di tempo il nuovo personale in caso di difficoltà, e l'introduzione di una "Reichensteuer", l'imposta sui ricchi, pari al 3% sui redditi superiori a 130 mila euro per i single e 260 mila euro per le famiglie.

Nella riunione di ieri - interrotta dopo la mezzanotte e aggiornata a questo pomeriggio - le parti si sono accordate invece su un aumento dell'Iva di tre punti, dall'attuale 16% al 19%, a partire dal primo gennaio 2007 e su un programma di nuovi investimenti pubblici per 25 miliardi di euro destinato a rilanciare la crescita e l'occupazione.

Per risanare il bilancio statale, afflitto da un deficit ormai cronico, sono previsti inoltre risparmi ed economie per 18 miliardi di euro e aumenti fiscali per 12 miliardi di euro.

La Cdu-Csu e la Spd sarebbero anche d'accordo nell'attingere alle riserve auree della Bundesbank per finanziare questo ambizioso programma di investimenti destinato a rimettere in marcia l'economia tedesca.

La Repubblica

Download dell'accordo tra SPD e CDU/CSU per il governo di Grosse Koalition

20 settembre 2005

L’intricata matassa tedesca

L’esito delle elezioni di domenica ha in primo luogo evidenziato che l’unico sondaggio importante in una campagna elettorale è quello che avviene nell’urna elettorale: gli elettori tedeschi, infatti, hanno smentito le previsioni degli istituti demoscopici sorprendendo sia gli esponenti politici tedeschi sia l’opinione pubblica mondiale.

Successivamente allo scioglimento del Bundestag da parte del presidente federale, la CDU/CSU aveva iniziato la propria campagna elettorale con la certezza di conseguire un ottimo risultato e di formare un governo sotto la guida di Angela Merkel ed assieme al partner della FDP. Forti di questa consapevolezza, i conservatori hanno trascorso gran parte del loro tempo e speso gran parte delle loro energie per trattare la composizione del futuro governo (la discussione sul Kompetenzteam e la nomina del discusso professore Paul Kirchhof quale futuro ministro delle finanze), insultare gli esponenti della Linkspartei/PDS ed i relativi elettori e simpatizzanti dei Länder orientali (apostofrati da Stoiber quali “bovini che scelgono da soli il proprio macellaio”) e contrapponendo alle difficili riforme messe in campo dall’esecutivo uscente le proprie soluzioni semplicistiche.

I risultati elettorali della domenica scorsa (solo il 35.2% ha votato per la CDU/CSU, record negativo) indicano in modo chiaro, che gli elettori tedeschi non si sono fatti ammaliare dalle promesse della Union e non hanno condiviso il progetto di riforma dell’assetto economico e sociale tedesco in senso neoliberista. Il risultato conseguito dalla CDU/CSU l’ha, quindi, costretta a ridimensionare le proprie aspettative alla realtà (durante la campagna elettorale Stoiber aveva fissato l’obiettivo del 43%) e non rappresenta minimanente quel plebiscito per la propria linea politica che i conservatori avevano invece auspicato e del cui conseguimento si sentivano ormai certi.
Inoltre, nonostante l’ottimo risultato ottenuto dalla FDP (9.8%), che è dovuto anche e soprattutto al fatto che molti elettori hanno preferito votare i liberali piuttosto che il partito di Angela Merkel, i due partiti che aspiravano a formare una coalizione di governo non hanno i numeri necessari per eleggere un Cancelliere e governare il paese.

La SPD, le cui sorti, dopo lo sfiduciamento chiesto ed ottenuto da parte del Cancelliere uscente, sembravano ormai compromesse, ha invece mantenuto una posizione coerente con quanto fatto e conseguito durante gli ultimi sette anni di governo rosso-verde e, spinta anche da un Gerhard Schröder fortemente determinato a difendere il proprio operato, piano piano è riuscita a risalire la china. Dal 26% indicato dagli istituti demoscopici ad agosto, la SPD è riuscita a conquistare il 34.3% e quindi solo un punto percentuale in meno della Union. I risultati, nonostante il lieve vantaggio della CDU/CSU, evidenziano, quindi, che la Germania non ha voltato le spalle al suo Cancelliere e che la SPD ha superato la sua prova nel paese.

Il messaggio che può essere letto nel risultato elettorale è sicuramente meno confuso rispetto alla situazione che esso ha creato nel percorso che i partiti dovrebbero percorrere nella formazione di una coalizione di governo. Il risultato conseguito dalla SPD, che, come già evidenziato, confrontato con la situazione di partenza è da considerarsi più che soddisfacente, l’ottimo debutto della neonata Linkspartei/PDS (8,7%) ed il mancato plebiscito per Union e FDP sembrano indicare, che i tedeschi sono consapevoli della necessità di riforme ma non disposti a mettere a repentaglio la pace sociale nel paese.

Gli effetti del risultato sulla formazione del prossimo governo sono, invece, ancora incerti. Gerhard Schröder esclude, per ora, la formazione di una Grosse Koalition e rifiuta categoricamente qualsiasi forma di collaborazione con la Linkspartei/PDS. Resterebbero, quindi, le ipotesi di una coalizione “semaforo” (rosso-giallo-verde) tra SPD, Verdi e FDP, oppure la cosiddetta coalizione “Jamaica” (dai colori della bandiera jamaicana, nero-giallo-verde). Entrambe le ipotesi presentano notevoli difficoltà: la prima trova, per ora, un ostacolo nel rifiuto dei liberali a formare una coalizione con un partito che non sia la CDU/CSU; la seconda, invece, costringerebbe i Verdi a rinnegare molte posizioni che fanno parte dell’identità del partito (per esempio sui diritti civili e di cittadinanza o sulle tematiche ambientali).

Nei prossimi giorni si vedrà, se i vari strateghi dei partiti in questione saranno in grado di sbrogliare l’intricata matassa elettorale e politica o se, invece, come previsto dalla Legge Fondamentale tedesca in caso di impossibilità di formare un nuovo governo, gli elettori tedeschi saranno nuovamente chiamati alle urne.