20 settembre 2005

L’intricata matassa tedesca

L’esito delle elezioni di domenica ha in primo luogo evidenziato che l’unico sondaggio importante in una campagna elettorale è quello che avviene nell’urna elettorale: gli elettori tedeschi, infatti, hanno smentito le previsioni degli istituti demoscopici sorprendendo sia gli esponenti politici tedeschi sia l’opinione pubblica mondiale.

Successivamente allo scioglimento del Bundestag da parte del presidente federale, la CDU/CSU aveva iniziato la propria campagna elettorale con la certezza di conseguire un ottimo risultato e di formare un governo sotto la guida di Angela Merkel ed assieme al partner della FDP. Forti di questa consapevolezza, i conservatori hanno trascorso gran parte del loro tempo e speso gran parte delle loro energie per trattare la composizione del futuro governo (la discussione sul Kompetenzteam e la nomina del discusso professore Paul Kirchhof quale futuro ministro delle finanze), insultare gli esponenti della Linkspartei/PDS ed i relativi elettori e simpatizzanti dei Länder orientali (apostofrati da Stoiber quali “bovini che scelgono da soli il proprio macellaio”) e contrapponendo alle difficili riforme messe in campo dall’esecutivo uscente le proprie soluzioni semplicistiche.

I risultati elettorali della domenica scorsa (solo il 35.2% ha votato per la CDU/CSU, record negativo) indicano in modo chiaro, che gli elettori tedeschi non si sono fatti ammaliare dalle promesse della Union e non hanno condiviso il progetto di riforma dell’assetto economico e sociale tedesco in senso neoliberista. Il risultato conseguito dalla CDU/CSU l’ha, quindi, costretta a ridimensionare le proprie aspettative alla realtà (durante la campagna elettorale Stoiber aveva fissato l’obiettivo del 43%) e non rappresenta minimanente quel plebiscito per la propria linea politica che i conservatori avevano invece auspicato e del cui conseguimento si sentivano ormai certi.
Inoltre, nonostante l’ottimo risultato ottenuto dalla FDP (9.8%), che è dovuto anche e soprattutto al fatto che molti elettori hanno preferito votare i liberali piuttosto che il partito di Angela Merkel, i due partiti che aspiravano a formare una coalizione di governo non hanno i numeri necessari per eleggere un Cancelliere e governare il paese.

La SPD, le cui sorti, dopo lo sfiduciamento chiesto ed ottenuto da parte del Cancelliere uscente, sembravano ormai compromesse, ha invece mantenuto una posizione coerente con quanto fatto e conseguito durante gli ultimi sette anni di governo rosso-verde e, spinta anche da un Gerhard Schröder fortemente determinato a difendere il proprio operato, piano piano è riuscita a risalire la china. Dal 26% indicato dagli istituti demoscopici ad agosto, la SPD è riuscita a conquistare il 34.3% e quindi solo un punto percentuale in meno della Union. I risultati, nonostante il lieve vantaggio della CDU/CSU, evidenziano, quindi, che la Germania non ha voltato le spalle al suo Cancelliere e che la SPD ha superato la sua prova nel paese.

Il messaggio che può essere letto nel risultato elettorale è sicuramente meno confuso rispetto alla situazione che esso ha creato nel percorso che i partiti dovrebbero percorrere nella formazione di una coalizione di governo. Il risultato conseguito dalla SPD, che, come già evidenziato, confrontato con la situazione di partenza è da considerarsi più che soddisfacente, l’ottimo debutto della neonata Linkspartei/PDS (8,7%) ed il mancato plebiscito per Union e FDP sembrano indicare, che i tedeschi sono consapevoli della necessità di riforme ma non disposti a mettere a repentaglio la pace sociale nel paese.

Gli effetti del risultato sulla formazione del prossimo governo sono, invece, ancora incerti. Gerhard Schröder esclude, per ora, la formazione di una Grosse Koalition e rifiuta categoricamente qualsiasi forma di collaborazione con la Linkspartei/PDS. Resterebbero, quindi, le ipotesi di una coalizione “semaforo” (rosso-giallo-verde) tra SPD, Verdi e FDP, oppure la cosiddetta coalizione “Jamaica” (dai colori della bandiera jamaicana, nero-giallo-verde). Entrambe le ipotesi presentano notevoli difficoltà: la prima trova, per ora, un ostacolo nel rifiuto dei liberali a formare una coalizione con un partito che non sia la CDU/CSU; la seconda, invece, costringerebbe i Verdi a rinnegare molte posizioni che fanno parte dell’identità del partito (per esempio sui diritti civili e di cittadinanza o sulle tematiche ambientali).

Nei prossimi giorni si vedrà, se i vari strateghi dei partiti in questione saranno in grado di sbrogliare l’intricata matassa elettorale e politica o se, invece, come previsto dalla Legge Fondamentale tedesca in caso di impossibilità di formare un nuovo governo, gli elettori tedeschi saranno nuovamente chiamati alle urne.

19 settembre 2005

Risultati definitivi

Risultati definitivi delle elezioni 2005 (manca il collegio di Dresda I, dove si voterà tra 2 settimane):

SPD: 34,3%; 222 seggi
CDU/CSU: 35,2%; 225 seggi
Verdi: 8,1%; 51 seggi
FDP: 9,8%; 61 seggi
Linkspartei/PDS: 8,7%, 54 seggi

Tra due settimane avranno luogo le elezioni suppletive nel collegio di Dresda I (pochi giorni prima delle elezioni era deceduta la deputata del collegio e quindi le elezioni sono state rinviate). Il risultato elettorale di tale collegio potrà spostare gli equilibri e permettere alla SPD di raggiungere la CDU/CSU.

16 settembre 2005

Testa a testa per le elezioni tedesche

Gli elettori tedeschi sembrano indecisi e sembra profilarsi sempre di più una sfida all'ultimo voto per le elezioni anticipate di domenica in Germania. Eppure, stando al più recente sondaggio, la coalizione conservatrice che fa capo ad Angela Merkel sarebbe in vantaggio lieve ma non risicato su quella 'rosso-verde' del cancelliere Gerhard Schroeder.

Effettuato dall'agenzia demoscopica 'Forsa' per conto dell'emittente televisiva 'Rtl', il sondaggio assegna una quota compresa tra il 48 e il 51 per cento delle intenzioni di voto alla coalizione che appoggia Merkel, formata dai suoi cristiano-democratici della Cdu, dal partito 'gemello' bavarese della Csu e dagli alleati liberali dell'Fdp. Mentre viene assegnata una percentuale oscillante tra il 45 e il 49 al cartello di Schroeder, che annovera la Spd del capo del governo, i Verdi e la nuova formazione della Sinistra guidata dall'ex leader social-democratico Oskar Lafontaine, comprendente anche i post-comunisti della Pds.

Nel rapporto allegato al sondaggio, condotto da lunedì a oggi, 'Forsa' sottolinea come in tale arco di tempo il blocco di Schroeder abbia perso un po' di terreno, che è stato simmetricamente conquistato dagli avversari. Resta comunque fermo un 25 per cento di indecisi, non soltanto su quale partito scegliere ma addirittura sul fatto se andare alle urne oppure no: elemento che l'agenzia attribuisce all'inedita presenza della nuova sinistra e alle perplessità che a vario titolo essa suscita. "Anche se molti degli incerti finissero per non recarsi a votare", ha commentato il direttore di 'Forsa', Manfred Guellner, "una simile porzione di 'non so' indica comunque che gli elettori continueranno a rimanere in sospeso fino al giorno stesso della consultazione".

Quanto ai singoli partiti, 'Forsa' non fornisce numeri precisi ma si limita ancora a fornire una 'forchetta': Cdu e Csu insieme 41-43 per cento, Spd 32-34, Sinistra e Liberali 7-8 entrambi, Verdi 6-7 per cento.

Si profila una grande coalizione, che però la Merkel vorrebbe a tutti i costi evitare. L'incertezza è pertanto tale che alcuni osservatori politici hanno ipotizzato che se la Merkel venisse eletta senza la maggioranza necessaria a governare, potrebbe porre la questione della fiducia aprendo la strada a nuove elezioni chiedendo in quel caso "chiari rapporti di forza".

La Germania è in un momento di grave difficoltà economica, nonostante le riforme varate da Schroeder, Il pacchetto "agenda 2010" lanciato dal cancelliere nel 2003 ha avuto dei momentanei effetti positivi, ma nel febbraio di quest'anno per la prima volta in Germania i disoccupati sono diventati più di cinque milioni.

L'Herald Tribune ha definito Angela Merkel, in quanto ex cittadina della Germania dell'Est, e donna, "la novità politica più interessante degli ultimi anni in Europa". Naturalmente l'aspirante premier ha una sua ricetta per risanare l'economia, che è apparsa più radicale dell'agenda 2010: l'introduzione dlela flat taz, aliquota unica al 25 per cento e radicale liberalizzazione del mondo del lavoro. In politica estera, la Merkel aspira ad accorciare la forte distanza da Washington, dovuta al deciso 'no' tedesco sull'Iraq.

Nelle elezioni di domenica potrebbe essere importante il ruolo del partito della Sinistra, nuovo soggetto politico che mira ad emergere come terzo polo del Paese. La formazione politica può contare sulla guida di due dirigenti storici, Oskar Lafontaine e Gregor Gysi.

(La Repubblica)

08 settembre 2005

Schröder vince il duello e trascina la SPD

Dopo il duello televisivo della domenica scorsa la SPD riesce ad aumentare notevolmente i propri consensi e quindi a ridurre il divario che la separa dalla CDU/CSU. Secondo l’istituto demoscopico Forsa la SPD registra un aumento dei propri consensi elettorali di ben tre punti percentuali.
La Union e la FDP, invece, si assestano al 48% perdendo, quindi, la maggioranza assoluta dei voti. La SPD, i Verdi e la Linkspartei raggiungono il 49%. Questo risultato, se confermato nei prossimi giorni, avallerebbe la formazione di una Grosse Koalition tra CDU/CSU e SPD.