31 agosto 2005
30 agosto 2005
Bestia "nera" Linkspartei
Un osservatore esterno non può che meravigliarsi della ferocia con cui i partiti tradizionali, in primo luogo SPD e CDU/CSU, stanno conducendo il confronto politico con quello che considerano un avversario comune. Oskar Lafontaine, per esempio, è oggetto di una insistente campagna denigratoria, che ora lo definisce come una “persona poco seria che teme la responsabilità come il diavolo l’acqua santa” (Schröder), ora come “il macellaio degli interessi dei cittadini dell’est” (Stoiber). Gysi, invece, viene dipinto come un abile oratore, che ben potrebbe svolgere un ruolo da protagonista in un film ambientato nel Senato dell’Antica Roma ma che con la realtà del mondo moderno ha ben poco a che fare. La critica tuttavia non viene mossa soltanto nei confronti degli esponenti del partito: il programma della Linkspartei, infatti, viene bollato come populistico, visionario e irrealizzabile sotto ogni punto di vista.
Questo comportamento viene supportato e condiviso anche dai media tedeschi. La trasmissione politica “Report aus Mainz” del 29 agosto, per esempio, ha offerto ai propri spettatori l’immagine di un partito influenzato da esponenti legati al passato della ex DDR ed in particolare della Stasi, i servizi segreti della Germania dell’Est, e le cui basi finanziarie poggerebbero su fondi di dubbia e losca provenienza.
Senza voler discutere la fondatezza delle critiche espresse (che sarebbero senza dubbio molto più utili se riguardassero le motivazioni e le ragioni che muovono le persone a rivolgersi alla formazione che si colloca a sinistra della SPD), il modo ed il tono con cui il mondo politico e la società tedesca si confronta con la Linkspartei potrebbe, forse, anche derivare da un tradizionale sospetto che i tedeschi nutrono nei confronti di ciò che è nuovo, diverso e che non rientra nelle categorie tradizionali e consolidate.
24 agosto 2005
Calendari elettorali
Il primo gazebo che ho incontrato sulla Kaiser-Joseph-Strasse è stato quello della SPD. Direttamente accanto ad un negozio di abbigliamento sportivo le compagne ed i compagni socialdemocratici fermavano le persone per consegnare loro il "Wahlmanifest SPD" e per presentare il candidato cittadino Gernot Erler. Immediatamente mi sono trovato coinvolto in una chiacchierata tra il deputato uscente ed un cittadino infervorato a causa delle riforme sociali e convinto che "anche lo stato sociale italiano ha ormai superato quello tedesco!". Memore della mannaia berlusconiana, che da un lato ha tolto e dall’altro pure, ho aggiunto qualche breve considerazione del tipo "non è che sia proprio così" e, dopo aver scambiato qualche parola con Erler, mi sono congedato facendomi consegnare il calendario delle iniziative elettorali della SPD di Friburgo.
La tappa successiva del mio shopping è stata una profumeria, di fronte alla quale i Verdi avevano collocato la propria postazione. Quest’ultima, scenograficamente parlando, era probabilmente quella più carina. Oltre alle tradizionali bandiere verdi il gazebo era adornato da numerosi girasoli che, in una giornata uggiosa, sembravano portare un po’ di luce in città. Dopo qualche minuto mi sono ritrovato tra le mani, nell’ordine, un palloncino verde, l’opuscolo di presentazione della candidata ed un volantino contenente una serie di interessanti appuntamenti tematici, tra i quali una visita a Friburgo dell’attuale ministro degli esteri nonché leader dei Verdi Joschka Fischer.
Pochi metri più avanti, su una piccola piazza, si erano invece collocati i sostenitori di Michael Moos, candidato della Linkspartei per il collegio di Freiburg. Questi non avevano un vero e proprio gazebo, ma solamente un tavolino sul quale avevano esposto il materiale elettorale da distribuire. Sotto una pioggia leggera ma fastidiosa, un sostenitore mi ha velocemente consegnato sia il calendario con gli appuntamenti tematici dell’aspirante deputato sia il programma elettorale della Linkspartei che, come mi è stato spiegato, deve ancora ricevere una conferma definitiva da parte dell’assemblea congressuale del partito (per inciso, si vota tra 3 settimane!).
Last but not least, verso la fine delle mie compere del fine settimana inciampo più o meno volontariamente nel gazebo della CDU dove, accanto ad alcuni uomini dal volto serio, una giovane signora vestita tutta di arancione distribuiva il proprio materiale elettorale. Dopo essermi avvicinato ai signori, che non mi degnavano di uno sguardo, la signora arancione (rivelatasi essere la candidata) mi porge una serie di fogli con lo stemma della CDU e l’immagine di Angela Merkel, scusandosi perché "la pioggia ha bagnato tutto quanto". Io le rispondo che non era importante, infilo velocemente tutto quanto nel mio zaino e mi avvio verso casa.
Una volta giunto a casa e dopo aver sistemato le varie compere fatte durante la giornata, mi ricordo degli opuscoli e dei volantini raccolti in città e, stendendomi sul divano, decido di dargli un’occhiata.
Iniziamo con la SPD: "17 agosto, La città sociale, visita del quartiere di Haslach con Gernot Erler", nuove forme di convivenza urbana, molto interessante. Continuiamo con i Verdi: "24 agosto, La vinicoltura e la tecnica genetica, discussione con la candidata dei Verdi", bene bene, l’alimentazione è una cosa seria.
Ora i nuovi, la Linkspartei di Lafontaine e Gysi: "7 settembre, Un’alternativa sociale a Schröder, Merkel & Co., Die Linkspartei", sono curioso di conoscere meglio le critiche che questa nuova formazione politica muove.
Per finire, il centrodestra: "12 agosto, visita del Münster (Duomo) di Freiburg con la candidata della CDU", non ci sono argomenti all’ordine del giorno, vabbe’, passiamo al prossimo; "28 agosto, festa CDU per tutta la famiglia a Georgsheim", una festa, ottimo, ma di cosa si parla? "12 settembre, visita del sottosegretario agli Interni del Land Baden-Württemberg (CDU)", neanche col sottosegretario vogliamo parlare di un argomento in particolare?
Insomma, a parole la CDU/CSU, per bocca della sua candidata cancelliera, pretende di affrontare "nel merito" i problemi della Germania, ma poi qui a Friburgo non intende esporre le proprie idee e proposte attraverso iniziative tematiche con argomenti chiari? Oltre alle colazioni, le passeggiate ed i the con pasticcini, qual è, quindi, la politica che la candidata della CDU di Freiburg vuole portare avanti nel Bundestag? Tutto avvolto nel mistero.
Terminato lo stupore per la superficialità del calendario politico della CDU e prima di mettermi bello comodo sul mio divano per schiacciare un pisolino, mi rendo conto che nell’attuale campagna elettorale c’è ben di peggio: i liberali della FDP, aspirante partito di governo (!), non avevano neanche un gazebo in città!
22 agosto 2005
Verso la grosse Koalition?
Si delineano, quindi, due possibili scenari alternativi:
Il primo è quello di un’inedita coalizione tra SPD, Verdi e Linkspartei. Per una serie di ragioni questa prospettiva appare immediatamente come molto remota, se non addirittura impossibile.
La Linkspartei, nata dalla fusione tra PDS e WASG, è sorta e trae il proprio consenso elettorale principalmente per la critica nei confronti delle politiche di riforma dello stato sociale (Hartz IV) attuate dal cancelliere uscente. Gerhard Schröder, dal canto suo, si è fatto sfiduciare e ha quindi causato le elezioni anticipate con l’intenzione di ottenere, con un nuovo mandato, una ulteriore e più forte legittimazione per le riforme che intende portare avanti. Le due posizioni sono evidentemente antitetiche. Di conseguenza una eventuale coalizione rosso-rosso-verde non potrebbe avere alla guida Schröder e non è pensabile che la SPD, in una situazione del genere, possa sostituirlo.
Inoltre, la quasi totalità dei dirigenti SPD esclude categoricamente qualsiasi possibilità di collaborazione con gli esponenti della neonata formazione politica. “Con questi personaggi non è possibile governare un paese di 82 milioni di abitanti. Questi due signori (Lafontaine e Gysi) odiano la responsabilità come il diavolo l’acqua santa.” ha tagliato corto Schröder. Tuttavia non tutti all’interno della SPD sono così categorici: in una recente intervista l’attuale sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, ha dichiarato di ritenere possibile una collaborazione tra la SPD e la Linkspartei, seppur solamente tra qualche anno.
La Linkspartei, dal suo canto, esclude una collaborazione con Schröder, ma in risposta alle dichiarazioni di Wowereit, Lafontaine ha dichiarato che “quanto detto da Wowereit dimostra che nella SPD è iniziata l’era post Schröder e Müntefering. In futuro, quindi, una collaborazione tra noi e la prossima generazione della SPD non è da escludere”.
La Germania, tuttavia, per fronteggiare la propria profonda crisi strutturale, potrebbe ricorrere, per la seconda volta nella propria storia, alla cd. “Grosse Koalition”, ovvero una coalizione di governo CDU/CSU e SPD. Angela Merkel diventerebbe, quindi, cancelliera ed i Liberali, i Verdi e la Linkspartei si verrebbero a trovare sui banchi dell’opposizione. La prima ed unica grosse Koalition della storia tedesca, risalente all’era Kiesinger-Brandt, riuscì ad approvare una serie di provvedimenti molto discussi nell’opinione pubblica, come per esempio i cd. Notstandsgesetze (leggi di emergenza), ma nonostante ciò il giudizio degli storici ed opinionisti sulla grosse Koalition non è univoco: da una parte si sostiene che, in tempi difficili, una collettiva e consensuale assunzione di responsabilità sia uno strumento utile per attuare i provvedimenti di cui la collettività ha bisogno. Dall’altra, invece, si paventa il pericolo che i partiti conservatore e socialdemocratico possano bloccarsi vicendevolmente e spingere l’elettorato, che non vede più alternative rispetto alla classe governante, nelle braccia dei partiti con posizioni estreme (di sinistra o di destra).
Attualmente sia Schröder sia Merkel rifiutano categoricamente di prendere in considerazione l’eventualità di scendere, a elezioni avvenute, a compromessi col rispettivo avversario politico e hanno imposto ai propri partiti di concentrarsi sulla campagna elettorale. Tuttavia, nonostante il veto dei due leader, numerosi esponenti di entrambi le formazioni, come per esempio l’attuale ministro degli interni Otto Schily, hanno già rilasciato dichiarazioni di apertura verso tale scenario. Se i sondaggi dovessero continuare ad indicare questa direzione, la grosse Koalition cesserà di rappresentare solamente un’alternativa possibile e diventerà un’opzione altamente probabile, se non addirittura inevitabile.
19 agosto 2005
Il sindacato IGBCE si distanzia dalla nuova Linkspartei
Candidato CDU usa slogan neonazisti
Esponenti politici della SPD e dei Verdi hanno fortemente criticato il deputato della CDU Henry Nitzsche, che nella sua campagna elettorale in Sassonia utilizza il motto “Lavoro, Famiglia, Patria”, uno slogan utilizzato dalla NPD (Partito Nazionale Tedesco) durante il proprio congresso dello scorso anno.
Nitzsche, che tenta di conquistare nuovamente un mandato diretto con la CDU, ha attribuito alla propria campagna elettorale il motto “Lavoro, Famiglia, Patria”, come risulta anche dalla sua homepage. Questo slogan, che era stato scelto dalla NPD per il congresso dello scorso anno, era stato coniato dal regime francese di Vichy, che durante la seconda guerra mondiale aveva collaborato con i nazisti.
17 agosto 2005
L'osservatorio dei candidati
Chi non ha tempo e voglia di leggere voluminosi programmi elettorali o di seguire lunghi ed estenuanti dibattiti televisivi, può ora ricorrere al servizio offerto dal sito internet www.kandidatenwatch.de. Con la semplice digitazione del proprio codice di avviamento postale è possibile individuare tutti i candidati del proprio collegio, visualizzare una loro scheda informativa, oppure contattarli direttamente e chiedere, per esempio, le rispettive opinioni sulla riforma dello stato sociale, l’ingresso della Turchia nell’UE o sui temi della bioetica.
I gestori del sito fungono meramente da intermediari e non si intromettono nel dibattito, che si svolge esclusivamente e direttamente tra i candidati ed i potenziali elettori. Il progetto vuole essere indipendente dalle forze politiche e si finanzia attraverso delle donazioni. Inoltre, per un corrispettivo di 100 Euro, i candidati hanno la possibilità di ampliare la propria scheda informativa, per esempio con l’inserimento della propria agenda o di fotografie.
16 agosto 2005
Campagna elettorale nel cyberspazio
In netta controtendenza a quanto avviene negli USA, dove le spese elettorali dei partiti si moltiplicano con ogni tornata elettorale, questa volta, secondo quanto riportato da alcuni media della carta stampata, le spese che i partiti tedeschi sosterranno per promuovere se stessi ed i propri candidati sarebbero relativamente sostenute.
Questa circostanza è sicuramente da imputare alla breve durata della campagna elettorale, che è partita il 21 di luglio con la decisione del presidente federale Köhler di sciogliere il Bundestag e che dovrebbe terminare il 17 settembre, un giorno prima dell’apertura dei seggi elettorali.
Le agenzie di PR, alle quali i partiti solitamente ricorrono per farsi confezionare un volto vincente e convincente per le tornate elettorali, in quest’occasione, a causa dei tempi stretti, non hanno svolto il ruolo che solitamente gli compete.
Inoltre, il clima di sfiducia ed incertezza che attualmente aleggia in Germania, ha spinto i partiti a scegliere una comunicazione più accentuata sui contenuti e sulle proposte di soluzione dei problemi che angosciano i cittadini, a discapito di una comunicazione più mediatica e fondata prevalentemente sull'immagine.
Accanto agli strumenti tradizionali della comunicazione politica e quindi comizi pubblici, interviste tv e affissioni di manifesti elettorali, la propaganda via internet sta assumendo un ruolo sempre più importante e rilevante. Sia la SPD sia la CDU/CSU, al fine di raggiungere i potenziali elettori, in modo particolare quelli più giovani, hanno iniziato un’ampia offensiva via web.
Già immediatamente dopo l’annuncio di Schröder di chiedere la fiducia (e di farsela negare), e quindi molto prima del formale scioglimento del Bundestag ad opera del presidente federale, la SPD ha lanciato un proprio sito di negative campaigning, www.die-falsche-wahl.de (La scelta sbagliata), nel quale vengono elencate ed evidenziate tutte le conseguenze negative che, secondo i socialdemocratici, un’eventuale vittoria elettorale dei conservatori comporterebbe. Inoltre, per non far passare inosservati eventuali strafalcioni degli avversari, come per esempio quello recente in cui Angela Merkel, durante un’intervista, ha confuso reddito lordo e reddito netto, i sostenitori di Schröder hanno messo in rete un osservatorio permanente degli interventi televisivi della candidata conservatrice, www.merkel-tv.de .
A ciò si aggiungono gli innumerevoli blog che stanno spuntando come funghi e che mettono in luce ora questo ora quell’altro difetto della CDU/CSU. In gran parte dei casi questi diari virtuali sono gestiti autonomamente da semplici simpatizzanti o da iscritti nelle varie sezioni territoriali del partito, ma vengono coordinati e supportati attraverso la cosiddetta Rote Wahlmannschaft (www.rote-wahlmannschaft.de), un gruppo di webmaster della centrale della SPD, che ha il compito di diffondere e fornire il materiale elettorale digitale ai gestori dei vari portali secondari.
Ovviamente la CDU/CSU non ha voluta essere da meno e la settimana scorsa ha presentato il sito www.leere-versprechen.de (Promesse vuote), nel quale vengono passate a rassegna tutte le promesse elettorali fatte e, secondo i conservatori, non mantenute dall’attuale coalizione di governo rosso-verde.
Anche le homepages nazionali dei partiti sono state adattate alle esigenze elettorali. Il sito della SPD (www.spd.de), per esempio, offre la possibilità di iscriversi on-line al partito e di segnalare la propria disponibilità a partecipare, anche via web, alla campagna elettorale. A quanto pare i naviganti del web apprezzano queste nuove forme di partecipazione: in un’unica settimana i vari portali della SPD hanno effettuato oltre 3000 registrazioni e la rete dei siti e dei blog si sta allargando a macchia d’olio.
“Come un bulletto dell’era Strauß”
SZ: Edmund Stoiber si comporta come una sorta di candidato cancelliere parallelo con una propria strategia e con propri obiettivi. Sta ancora facendo campagna elettorale per la CDU/CSU o solamente per se stesso?
Spreng: Il suo comportamento è senza dubbio controproducente. Evidentemente la CSU è convinta di dover insegnare alla CDU come si fa campagna elettorale. Il comportamento di Stoiber può forse essere utile in Baviera, ma nel resto della Germania compromette la vittoria elettorale.
SZ: Subito dopo l’ammonimento della Merkel di abbassare i toni, Stoiber ha fatto una delle sue uscite personali, offrendo a Lafontaine un confronto pubblico.
Spreng: Secondo me un duello televisivo sarebbe un errore gravissimo. Innanzitutto Stoiber rivaluterebbe ulteriormente la Linkspartei/PDS. Inoltre, in questa maniera, Stoiber si collocherebbe in una posizione completamente sbagliata – da contrappeso rispetto al radicale Lafontaine, aprendo, in questo modo, il centro alla SPD. Un duello televisivo con Lafontaine è, inoltre, un’impresa alquanto spericolata. Se Lafontaine riesce a provocare Stoiber quest’ultimo ne esce sicuramente sconfitto.
SZ: Lei è stato consigliere di Stoiber durante le elezioni per il Bundestag del 2002. In quell’occasione il candidato Stoiber ha condotto una campagna elettorale molto moderata ed è riuscito ad avvicinarsi molto a Schröder. Riconosce il “suo” Stoiber?
Spreng: L’Edmund Stoiber del 2005 è molto diverso da quello per cui ho fatto, in maniera convinta, campagna elettorale nel 2002. Stoiber si presentava come uomo del centro, calmo e ragionevole. Pensavo che quel percorso lo avesse formato. Ma ora ha rispolverato i comportamenti irruenti dell’era di Franz Josef Strauss. Nel suo percorso di formazione politica, se così si può dire, Stoiber retrocede addirittura agli anni precedenti al 2002. Non me lo sarei mai aspettato.
SZ: Cosa può fare Angela Merkel per recuperare Stoiber?
Spreng: Fino ad ora i nervi della Merkel sono stati particolarmente saldi. Se non fosse così calma e paziente la campagna elettorale della CDU/CSU sarebbe già crollata.
SZ: Cosa accadrà, se i sondaggi per la CDU/CSU dovessero peggiorare in modo significativo?
Spreng: L’elettore inizierebbe a chiedersi se la Union (CDU/CSU) è sufficientemente matura per governare un paese come la Germania.
Sondaggi
La Linkspartei di Lafontaine e Gysi, invece, perde due punti percentuali e si assesta sul 10%.
Stabili la FDP ed i Verdi sul 7%.
Per quanto riguarda, invece, le preferenze sulla persona del cancelliere, Gerhard Schröder riesce a consolidare il vantaggio sulla sfidante Merkel: qualora i cittadini tedeschi potessero scegliere direttamente il cancelliere il 43% voterebbe per il cancelliere uscente, mentre solamente il 29% vede con favore la candidata del campo conservatore.
15 agosto 2005
Lafontaine si vede come erede della politica di Brandt
Continua Lafontaine: “La Linkspartei vuole governare. Essa intende migliorare la vita di tutti coloro i quali non sono stati rappresentati nell’ultimo Bundestag, quindi i lavoratori, i pensionati ed i disoccupati. Gli altri partiti presenti nel Bundestag sostengono la necessità di riduzione degli stipendi, delle pensioni e dei sussidi sociali. Tutti gli altri appoggiano l’Agenda 2010, Hartz IV (le riforme dello stato sociale e la riduzione dei sussidi di disoccupazione introdotti da Schröder) e gli interventi militari contrari al diritto internazionale. Per queste ragioni” ha aggiunto “non abbiamo un partner con cui costruire una coalizione di governo.”
L’ex primo ministro del Saarland ha, inoltre, evidenziato l’assenza di credibilità degli avversari politici: “quando Schröder promette di non ridurre le pensioni tutti sanno che egli ha già mentito una volta al popolo tedesco su questo argomento.”
Le misure previste nel programma elettorale della Linkspartei, contrariamente a quanto avviene nei programmi di tutti gli altri partiti, avrebbero, secondo Lafontaine, una seria e credibile copertura finanziaria.
Stoiber: Elettori dell'est sono stupidi bovini
Riferendosi ai cittadini dell’ex-DDR, Stoiber ha incalzato dicendo: “non è accettabile che alla fine siano i frustrati a decidere le sorti del nostro paese.”
Durante un’iniziativa a Deggendorf, in Baviera, Stoiber ha paragonato gli elettori di sinistra dell’est a dei “stupidi bovini” che, votando per Lafontaine, “scelgono da soli il proprio macellaio”.
Schröder inaugura la campagna elettorale
Il cancelliere ha anche ricordato il proprio no all’intervento militare in Iraq e ha confermato il ruolo di “potenza di pace” della Germania, la quale è interessata alla risoluzione pacifica dei conflitti.
14 agosto 2005
Risultati elettorali delle elezioni 2002
o SPD 38,5 % (-2,4%)
o CDU/CSU 38,5 % (+3,4%)
o Verdi 8,6 % (+1,9%)
o FDP 7,4 % (+1,2%)
o PDS 4,0 % (-1,1%)
o Altri 3,0%
Ripartizione dei seggi:
o SPD 251
o CDU/CSU 248
o Verdi 55
o FDP 47
o PDS 2
Distribuzione regionale dei voti:
Nei Länder occidentali la CDU/CSU, con il 40,8% dei voti espressi, si colloca nettamente davanti alla SPD (38,8%). Nei Länder orientali, invece, la SPD supera la CDU/CSU per 11,5% e riesce, quindi, a vincere le elezioni.
Nella Germania settentrionale e centrale la SPD (44,7% e 42,2%) riesce ad affermarsi nei confronti della CDU/CSU (33,5% e 35,6%). I Länder meridionali, invece, vedono in vantaggio i conservatori di ben 18 punti percentuali.
Curiosità:
Per la prima volta nella storia delle elezioni del Bundestag un candidato del partito dei Verdi (Grüne) conquista un mandato diretto: Nel collegio “Berlin-Friedrichshain – Kreuzberg – Prenzlauer Berg Ost” Hans-Christian Ströbele ottiene il 31,6% dei voti, superando il candidato della SPD Andreas Matthae (29,2%) e quello della PDS Bärbel Grygier (22,6%).
Schröder diventa cancelliere anche grazie al voto femminile: tra le donne la SPD supera la CDU/CSU di ben 4 %.
Sistema elettorale del Bundestag
- con il primo (Erststimme) essi eleggono direttamente uno dei candidati dei rispettivi collegi (mandati diretti).
- Con il secondo voto (Zweitstimme) gli elettori scelgono una lista di partito, composta su base regionale.
I candidati eletti con la Erststimme entrano direttamente, i restanti seggi spettanti ai singoli partiti vengono integrati con i candidati presenti sulle liste regionali.
Qualora un partito riesca ad ottenere più mandati diretti rispetto al numero di seggi conquistati con il secondo voto, i candidati votati direttamente dai cittadini nei rispettivi collegi entrano nel Bundestag con un cosiddetto mandato aggiuntivo (Überhangmandat). La presenza di mandati aggiuntivi rende variabile il numero di deputati presenti nel Bundestag.
Il cancelliere federale non viene, quindi, eletto direttamente dai cittadini, bensì dal Bundestag neoeletto con scrutinio segreto. Tuttavia dal 1961 è consuetudine che i due partiti maggiori, CDU/CSU e SPD, indichino un proprio candidato cancelliere.
01 agosto 2005
Cosa e come?
Il cosiddetto blog (da weblog) è un diario on-line su un argomento specifico, nel quale è possibile interagire con gli altri lettori attraverso il commento o l'inserimento di articoli.
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